L’eco dell' I.G.P. in oriente: Tomoya Yoneshima
Un giapponese al Mugello.
Dal Giappone all’Italia, e ritorno. Gli innamorati sono disposti a percorrere certe distanze, ed il cuore di Tomoya Yoneshima batte forte per i due tempi. Tanto che pilota giapponese si è presentato al Mugello con tuta e casco al posto dei fiori, per un test sulla Honda 250 RS del team Biagioli e la "pazza idea" – parafrasando Patty Pravo – di iscriversi in pianta stabile al campionato 2016.
“L’atmosfera qui è meravigliosa, molto amichevole, ed il livello è alto – ha commentato Yoneshima al Mugello – E poi mi affascina la cultura italiana. Qui c’è un grande rispetto della tradizione, sia nelle moto che nelle auto. Non è inusuale trovare modelli datati e conservati alla perfezione. In Giappone, invece, ci sono tanti Costruttori che sfornano moto nuove in continuazione, mentre le ‘vecchie’ cadono nel dimenticatoio”.
Mantenere un filo conduttore con il passato, alimentarne il ricordo, è di primaria importanza nella mente e nel cuore del giapponese.
“La 250GP è una moto piccola con un motore potentissimo – ha osservato il pilota di Osaka – La ciclistica, poi, è leggera ed agile. Non esiste una moto sportiva più competitiva. Mi sono innamorato provando un’Aprilia 50. Avevo 20 anni, ora ne ho 39, ed ho sempre guidato moto a due tempi. Voglio provare a correre nella IGP il prossimo, con una Suzuki RGB SP, perché non ce ne sono in griglia (sorride), ma anche portare il format di questo campionato in Giappone, dove non esiste nulla di simile”.
Ad incoraggiare Yoneshima nell’inseguimento del suo sogno personale, una cinquantina di giri percorsi sull’iconico circuito del Mugello, tra saliscendi mozzafiato e curve cieche.
“Prima di affrontarlo pensavo che fosse simile a Suzuka, invece è completamente diverso – ha osservato – All’inizio è difficilissimo, ma ad ogni giro diventa più veloce ed eccitante”.
Con queste parole, ponderate attraverso lunghe pause, sembra di scorgere una scintilla nello sguardo di Yoneshima. La passione del giapponese va oltre le corse in sé, verso un motociclismo romantico dove ogni distanza è annullata dall'amore per le due tempi. Nel paddock della IGP, non si è certamente sentito solo…
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